Cercando pagine su Legnaro, sono venuta a conoscenza della morte di Don Gimo. Che dolore,che dispiacere e quanti dolci ricordi mi sono affiorati in testa.Dai Martedì o Mercoledì sera quando facevamo gli incontri noi lettori per aiutare Don Gimo nella stesura della sua Omelia, e quante cose venivano fuori, dalle nostre paure nell' affrontare il cambiamento nella nostra crescita. Ad altre più o meno grandi.
Ho ripensato al periodo dell'Avvento,quando la sera andavamo casa per casa a cantare i Pastorelli,a quando con Don Gimo andavamo a distribuire i pacchi di viveri alle famiglie bisognose del paese.
Ho ripensato a quando per la prima volta e venuto in classe, ed è stato il nostro professore di Religione.
E special mente ho rivissuto quei pomeriggi estivi in Canonica, quando mi ha preparato per la Cresima, lì è stato qualcosa di veramente bello, anche perché avrebbe anche potuto rifiutarsi dato che io vivevo a Milano. E invece no! Mi ha aiutato e mi ha permesso di Cresimarmi all' Arcivescovado di Padova.
Ormai a Legnaro non ho più nessuno ma il solo ripensare ai miei tre anni delle medie, mi fa capire come essi siano stati importanti e fonda mentali per me. Ringrazio prima di tutto i miei nonni, poi Don Gimo, Don Italo e Don Roberto che in quei tre anni hanno saputo forgiare la donna che sono diventata, e se qualche volta mi sono persa i loro volti e le loro parole rieccheggiano ancora nel mio cuore.
Non sono una giornalista o una scrittrice,ma solo una persona che con semplicità e timidezza cerca di scrivere quello che di bello (e anche brutto) nela vita ha passato cercando di non ferire nessuno.
RispondiEliminaMi scuso se per caso non sono molto chiara,ma i pensieri a volte non è facile trasformarli in parole scritte.