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venerdì 9 marzo 2012

GRAZIE!!!!!!!!

Oggi con immenso piacere, mi é arrivato il libro su Don Gimo."Voi mi avete rubato il cuore". Prima di tutto volevo ringraziare la curatrice  per la sua gentilezza e celerità.
Quando ho cominciato a leggerlo,un nodo alla gola e tanta commozione ho provato, e un tuffo nel passato.
Io purtroppo sono stata a Legnaro dal 1973 al 1976, pochi ma intensi, Premetto che tutte le vacanze estive io e mio fratello le passavamo lì dai nonni. In quella casa che tanto ci sembrava grande. In quei tre anni dolce era il risveglio al suono delle campane e al loro rintocco ora dopo ora.Aprire le imposte vedere la piazza e la chiesa e sentirsi fortunata.
Questi tre anni a Legnaro, non sono stati una fuga da Milano,ma dettati da problemi di salute,dato  che mia madre era separata e tra lavoro e casa non poteva permettersi di seguirmi, si offrirono i suoi genitori, i miei adorati nonni Maria e Bellino.
All'inizio é stata dura, mi sentivo diversa,isolata e sola. Poi con l'arrivo di Don Gimo e Don Roberto, qualcosa é cambiato, piano piano,un po titubando ho cominciato ad andare ai campi scuola, a fare la lettrice, a fare il volontari ato la Domenica dopo la Messa e quando avevo trovato un armonia, la doccia fredda dovevo ritornare a Milano.
Lottai con tutte le mie forze per restare, ore passate a parlare con Don Gimo e Don Italo, che mi fecero capire che nessuno  era contro di me, ma che quella era la mia strada, che mi sarei portata dietro un bel bagaglio.

martedì 6 marzo 2012

RACCONTO 2

Dopo la notizia della cura da seguire, dovevo affrontare delle visite ed esami strumentali, che mai avevo fatto.Quello che ancora oggi mal sopporto é stata la scinti grafia ossea.La prima scinti grafia una vera angoscia,quando ho visto questa piastra venire verso di me, a pochi centimetri dal mio naso....sono andata in quasi panico totale e morale sulla testa,l'anno dovuta ripetere per la mia felicità.E va bene così!
Alla fine prima visita oncologo,mi spiegano la terapia che devo fare,mi dicono tutti gli effetti collaterali che porta, mi racco mandano di tagliarmi i capelli (per rimanere meno scioccata della loro caduta) e firmo le carte.
Arriva il primo giorno di chemio, me lo ricordo ancora come fosse adesso,mi sentivo spaventata terrorizzata e anche tanto incosciente: come quelle persone che vanno agli appuntamenti al buio e non sanno cosa o chi si troveranno davanti.Ero talmente nervosa e agitata,che ridevo per niente,parlavo a ruota libera senza connettere il cervello con la bocca.
Poi come dico io sono stata catapultata dentro questo nuovo mondo. E tutto comincia con una bella iniezione di cortisone,poi cominciano le flebo.
Una cosa che voglio dire prima di tutto, che in quei sei mesi di chemio, ho sempre avuto vicino delle infermiere straordinarie,che sapevano ridere e scherzare e anche confortarti e rassicurarti e un sorriso e una parola giusta avevano per tutti.
Ritornando alla chemio, cominciano con due belle siringhe di rossa, poi passano all'infusione lenta del taxolo,quando dico lenta.....proprio lenta, le altre che facevano la mia stessa terapia erano già andate via e io ancora li che non avevo ancora finito. Ma la cosa che più mi colpiva era che le vedevo andare via tranquille (addirittura con il carrellino per fare la spesa) senza nessun problema. 
Quando finalmente finisco chiamo il marito a casa per venirmi a prendere, mi risponde mia mamma dicendomi che dormiva e che non riusciva a svegliarlo. Allora decido di in camminarmi verso casa mi ricordo che più andavo avanti e più mi sembrava lontana,mi sentivo come se portassi sulle spalle un peso insopportabile, ero quasi arrivata ma non riuscivo più ad andare avanti,gli ultimi metri li ho fatti quasi piangendo e l'unica cosa che ricordo é il letto di casa sul quale mi sono distesa e dal quale mi alzavo solo per andare a vomitare.

domenica 4 marzo 2012

LA CENA DEI RICORDI

Stasera durante la cena si parlava dei nostri cari che non ci sono più.
E ci é venuto in mente il padre di mio marito,che aveva l'alzheimer e tutto quello che ci ha fatto passare.Da situazioni disperate a quelle quasi comiche.
Come quella sera che viene a chiamarci disperato, per dirci che c'era un uomo bloccato in casa sua. Subito abbiamo pensato a qualche malintenzionato e allora mio marito la custode ed io corriamo verso il suo apparta mento con pensieri quasi omicidi........ E poi vediamo il suocero davanti allo specchio che dice alla sua immagine:"non si preoccupi adesso la tiriamo fuori". Ci siamo guardati tutti e tre e ci siamo sentiti come Don Chisciotte contro i mulini a vento.
E questa storia dello specchio é andata avanti fino alla fine, era arrivato a dire che quella persona era maleducata,perché lui gli parlava,lo salutava ecc ecc....ma questi non gli rispondeva mai.
Noi oggi a quasi due anni dalla sua morte ci ridiamo su, ma quando era vivo sapendo l'uomo che era stato ogni volta era una stretta al cuore.