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martedì 6 marzo 2012

RACCONTO 2

Dopo la notizia della cura da seguire, dovevo affrontare delle visite ed esami strumentali, che mai avevo fatto.Quello che ancora oggi mal sopporto é stata la scinti grafia ossea.La prima scinti grafia una vera angoscia,quando ho visto questa piastra venire verso di me, a pochi centimetri dal mio naso....sono andata in quasi panico totale e morale sulla testa,l'anno dovuta ripetere per la mia felicità.E va bene così!
Alla fine prima visita oncologo,mi spiegano la terapia che devo fare,mi dicono tutti gli effetti collaterali che porta, mi racco mandano di tagliarmi i capelli (per rimanere meno scioccata della loro caduta) e firmo le carte.
Arriva il primo giorno di chemio, me lo ricordo ancora come fosse adesso,mi sentivo spaventata terrorizzata e anche tanto incosciente: come quelle persone che vanno agli appuntamenti al buio e non sanno cosa o chi si troveranno davanti.Ero talmente nervosa e agitata,che ridevo per niente,parlavo a ruota libera senza connettere il cervello con la bocca.
Poi come dico io sono stata catapultata dentro questo nuovo mondo. E tutto comincia con una bella iniezione di cortisone,poi cominciano le flebo.
Una cosa che voglio dire prima di tutto, che in quei sei mesi di chemio, ho sempre avuto vicino delle infermiere straordinarie,che sapevano ridere e scherzare e anche confortarti e rassicurarti e un sorriso e una parola giusta avevano per tutti.
Ritornando alla chemio, cominciano con due belle siringhe di rossa, poi passano all'infusione lenta del taxolo,quando dico lenta.....proprio lenta, le altre che facevano la mia stessa terapia erano già andate via e io ancora li che non avevo ancora finito. Ma la cosa che più mi colpiva era che le vedevo andare via tranquille (addirittura con il carrellino per fare la spesa) senza nessun problema. 
Quando finalmente finisco chiamo il marito a casa per venirmi a prendere, mi risponde mia mamma dicendomi che dormiva e che non riusciva a svegliarlo. Allora decido di in camminarmi verso casa mi ricordo che più andavo avanti e più mi sembrava lontana,mi sentivo come se portassi sulle spalle un peso insopportabile, ero quasi arrivata ma non riuscivo più ad andare avanti,gli ultimi metri li ho fatti quasi piangendo e l'unica cosa che ricordo é il letto di casa sul quale mi sono distesa e dal quale mi alzavo solo per andare a vomitare.

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